lunedì 1 settembre 2014

10 Cose che devi sapere prima di iniziare a scrivere il tuo Romanzo

Ed eccomi qua, al mio primo List Post. C'è modo migliore per inaugurare un Blog?
(Probabilmente ce ne sono decine, di modi migliori, ma a me questo è venuto in mente, e questo vi beccate.)

Se fate parte degli n-mila aspiranti scrittori che si nascondono fra la gente normale e se vi state preparando a scrivere il vostro primo romanzo, questo è il post giusto per voi. Mettete giù la penna (o mettete a icona Word) e continuate a leggere, perché ci sono almeno 10 cose che dovete sapere prima di mettervi al lavoro.

Se invece siete già scrittori fatti, o se non siete affatto scrittori, continuate a leggere lo stesso, ché tanto vi rubo dieci minuti al massimo.





1. Lo hanno già scritto. Sì, il tuo romanzo. La tua ideona. Quella che credevi la cosa più geniale mai venuta in mente a un essere umano. L'hanno già usata. Là fuori, te lo garantisco, c'è già almeno un romanzo, un film o una serie tv con la stessa idea di base.
Vampiri bellocci, Demoni reo-confessi, Casalinghe investigatrici, Sfortunati Amanti... lo hanno già scritto. Rassegnati.
L'unico modo per scrivere qualcosa che non abbia il gusto insipido del già visto è conoscere bene quelle che hanno già raccontato gli altri.
Se vuoi scrivere di Zombie, leggi libri sugli Zombie, guarda film sugli Zombie e gioca a videogiochi con gli Zombie. Renditi conto di cosa è stato raccontato e di cosa ancora no. Dopo mettiti a scrivere.
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2. Ogni scarrafone scrive bene a Mamma sua. Non fare troppo affidamento sui pareri di amici e parenti. La gente mente, e i tuoi amici pure. Quando comincerai a far leggere i tuoi racconti alle persone che conosci sarà un fioccare di lodi, dal classico "come scrivi bene" al più generoso "dovresti farlo pubblicare", passando per il meno impegnativo "a me piace".
Di fronte a frasi del genere non ti resta che sorridere e ringraziare. Ma diffida. Diffida sempre. Quasi certamente stanno mentendo. Forse per educazione. Forse per incoraggiarti. Più probabilmente perché il racconto che gli hai passato non l'hanno nemmeno letto.
Dr. House insegna: Tutti mentono. Anche la Mamma.
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3. A qualcuno piace altro. Se è vero che i complimenti sono da prendere con le pinze, lo stesso vale per le critiche. Impegnati quanto vuoi, studia quanto ti pare, correggi e ricorreggi fino a notte fonda; A qualcuno il tuo modo romanzo non piacerà comunque.
E' anche, in fondo, una questione di gusti. O almeno è così che si sarà giustificato il genio della Mondadori che decise di non comprare i diritti della saga di Harry Potter... 
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4. Non sei un Artista. Non se vuoi scrivere narrativa, almeno. Diciamo che sei un artigiano. La differenza? L'artista può (forse) fare a meno di curarsi di come il pubblico percepirà la sua opera. Tu, scrittore di narrativa, devi sempre ricordare che non stai scrivendo per te ma per i lettori. La tua creatività e il tuo talento, come quelli di un artigiano, vanno indirizzati e disciplinati con lo scopo di tirar fuori qualcosa che non sia solo espressione della tua sensibilità ma che sia fruibile al meglio dagli altri.
Detto in soldoni? Niente spocchia, niente linguaggio finto aulico e niente licenze poetiche. E quando sentirai parlare di "regole di scrittura" (e ne sentirai parlare) non alzare gli occhi al cielo. Studiale.
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5. Pubblicare è difficile. Se parliamo di grandi editori, quelli che trovi sugli scaffali delle librerie, è difficile anche solo farsi leggere. Già ricevere una mail di rifiuto standard è una conquista. Quindi accetta fin da ora che non pubblicherai il tuo primo romanzo con Mondadori. E no, non ne trarranno nemmeno un film con Roul Bova come protagonista. Mi dispiace.
Lo so, nella tua mente vedevi già tutte le scene in sequenza: tu che finisci il tuo romanzo, tu che invii il tutto a Rizzoli, tu che esulti aprendo la risposta affermativa (con annesso contratto già firmato e assegno circolare come anticipo), tu che passeggi nel corso principale e vedi pile del tuo romanzo in vetrina... il tutto nell'arco di due mesi o poco più. Be', in una parola, NO.
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6. La copertina non serve. A tutti piace fantasticare sull'aspetto che avrà il proprio romanzo una volta pubblicato, ma ti assicuro che gli editori vogliono che gli invii un semplice manoscritto. Niente libri già rilegati. Niente copertina fatta da tuo cugino che "è bravo a disegnare". Niente immagini allegate al testo (a meno che non si tratti di libri illustrati).
L'editore vuole un manoscritto impaginato A4 (normale formato da stampante), scritto in un carattere leggibile (Verdana, Times, Arial...) e con un interlinea doppia o di 1,5. Basta. Stop. 
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7. Mal comune... mal comune. Ammettilo, hai letto anche tu un libro di Fabio Volo e ti sei detto "Va be', se hanno pubblicato lui, possono pubblicare anche me".
Pessimo inizio.
Continuare a ripetersi che le librerie sono piene di libri mediocri non ti aiuterà a scrivere meglio, né a pubblicare con un buon editore. L'unico paragone che devi fare è con quelli che scrivono meglio di te. Ogni volta che pensi "Se hanno pubblicato Tizio..." va' a rileggerti il tuo autore preferito, passa un po' di tempo a sentirti un emerito incapace e poi torna a sudare sulla tastiera.
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8. Qual è si scrive senza apostrofo. E un po' si scrive con l'apostrofo, non con l'accento. E il sì (affermazione) si accenta.
La grammatica è importante. Un brutto errore grammaticale fa storcere il naso all'editor professionista quanto al tuo vicino di casa.
La trama del tuo romanzo è una bomba? Bene. Questo non ti dà comunque il diritto di fare cinque errori grammaticali in mezza pagina.
Sì, ci sono pure le regole grammaticali, oltre a quelle di scrittura. Studiale.
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9. Mai dire fantasy. Questa regola di sopravvivenza vale tanto per i lettori quanto per gli scrittori: il fantasy è il male. Non dire che lo leggi. Non dire che lo scrivi. Non dire che vuoi pubblicarlo. Se ti chiedono di cosa parla il tuo romanzo, improvvisa tirando in ballo lo stato di decadenza morale della nostra società. Se ti chiedono "E perché ci sono gli elfi?", tu rispondi che sono una metafora del consumismo. Potrebbe anche funzionare.
Scherzi a parte, il fantasy gode di una pessima (e in parte meritata) fama. Se scrivi fantasy preparati a sbattere la testa contro muraglie fatte di sdegno e pregiudizio. Se nello specifico scrivi di elfi, preparati anche alla violenza fisica e verbale. 
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10. Non farai i soldi. Che tu, grazie al tuo romanzo, diventi ricco e famoso è molto molto molto molto improbabile. Ma arrivato a questo punto lo avevi già capito da solo, no?


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Mh. Mi sembra tutto.
Voi che dite? Ho dimenticato qualcosa?
Cos'è che secondo Voi ogni aspirante scrittore dovrebbe sapere?





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